Sabato 29 Ottobre abbiamo organizzato una giornata di formazione con Sergio Zorzi, ex giocatore e allenatore della Nazionale Italiana Rugby e della Benetton Rugby Treviso, da 10 anni sui campi come appassionato e formidabile formatore.
La giornata è stata dedicata alla crescita delle competenze tecniche degli allenatori di Rugby che allenano ragazzi tra i 7 e i 17 anni.
Chi è Sergio Zorzi?
Punto di forza della Benetton Rugby e della Nazionale, è oggi senza dubbio uno dei più preparati tecnici Italiani.
Ha collezionato 161 presenze in serie A, ha partecipato a due Mondiali, è stato sei volte campione d’Italia. Ha contribuito alla formazione tecnico/tattica di molti giocatori di livello internazionale: Sergio Parisse, Gonzalo Canale, Silvio Orlando, Tommaso Benvenuti, Simone Favaro, citandone solo alcuni.
Uomo di grande esperienza e personalità, crede nel lavoro minuzioso di dettaglio e nella cura dei fondamentali. Le sue priorità sono: la comprensione del gioco, l’acquisizione dei fondamentali, la percezione e l’anticipazione delle situazioni tattiche.
“L’educatore/coach deve cercare di raggruppare, fondere nell’allenamento non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli pedagogici, didattici, metodologici e di comunicazione. Cari allenatori: stupite i vostri giocatori, sperimentate cose nuove, creative! Soprattutto create una connessione con i vostri atleti basata su forti valori etici. Il rugby è anche creatività; fare, praticare, sperimentare, provare e riprovare senza l’assillo di sbagliare.”
Questi i punti chiave che ci sono rimasti impressi:
La persona prima di tutto:
prima di guardare all’atleta, al giocatore, al membro della squadra, dobbiamo guardare al ragazzo e alle sue peculiarità e necessità; in particolare attenzione all’altro senza alcun pregiudizio legato alla razza, alla religione, al sesso, alle abilità fisiche o psichiche. Significa dare massima importanza all’essere in connessione con gli altri, con il cuore e la testa.
La comunicazione:
abilità nell’”accendere la radio” presente nel cervello dei nostri ragazzi e di trovare la giusta frequenza d’onda per comunicare con loro.. usando possibilmente rinforzi positivi e non quelli negativi a cui sono abituati a scuola e in famiglia. Una delle modalità più efficaci è quella di porre domande, che merita però di essere evidenziata al punto successivo.
Lo scopo:
abituare i ragazzi a fare e farsi domande e soprattutto abituarli al PERCHÉ…
Perché? è uno dei principali quesiti che ognuno deve porre e “si” deve porre.
Se spieghiamo sempre il Cosa fare e il Come farlo, avremo degli ottimi soldatini… ma se invece spieghiamo il Perché.. avremo persone capaci di ragionare e di evolvere in situazioni complesse.
Gli strumenti:
senza capacità tecniche non si va da nessuna parte. Ogni giocatore deve avere un grande bagaglio tecnico, deve avere degli schemi con dei punti di riferimento, ma poi deve avere l’intelligenza di leggere la situazione e adattarsi velocemente. Tutti noi affrontiamo sfide quotidiane, facciamo dei bei piani per la nostra vita, ma poi dobbiamo adattarli rispetto a quello che ci troviamo di fronte. Avere dei punti di riferimento e avere la capacità di leggere la realtà e di adattarsi è una legge universale che permette la sopravvivenza.
La vitalità, il ritmo, l’intensità…:
se la palla si ferma, se il compagno non viene in sostegno, se la manovra è lenta e farraginosa, gli avversari leggeranno sempre in anticipo le nostre mosse. Se siamo veloci, fantasiosi, creativi; se i nostri uomini possono anche sbagliare nella sperimentazione di qualcosa di nuovo e imparare dai loro sbagli; allora metteremo sempre in difficoltà gli avversari. Il SOSTEGNO è un altro valore fondamentale nel rugby: a un certo punto, quando gli avversari mi stanno bloccando, devo voltarmi e trovare un “fratello” che raccolga la palla, o che mi aiuti a contrastare la forza dell’avversario. Ecco, questa fratellanza è quella che permette a un gruppo di diventare Squadra e quanto più la fratellanza è forte, tanto più lo sarà la Squadra.
Infine, tanto DIVERTIMENTO!! Con i tanti allenatori arrivati da tutto il Piemonte, con i quali abbiamo giocato, scherzato e bevuto qualche birra e con i bambini della U11 di Chieri, che si sono divertiti a seguire le indicazioni di Sergio e degli altri allenatori.
Un grazie a Sergio, al suo collega Pietro, a Franco Candiani, a tutti gli allenatori e ai nostri volontari!